LA STORIA DI TIMOTHY

Timothy Johnson aveva diciannove anni ed era un giovane americano in guerra con il Vietnam del Nord  (1964 - 1975) da sette mesi. Aveva sempre pensato che a lui certe cose non potevano succedere. Tim era fuciliere dei soldati americani addestrati per operazioni in acqua. Aveva partecipato a molte missioni pericolose ed era sempre sopravvissuto, anche se quasi tutti intorno a lui erano morti; così si era convinto di essere invincibile. Dopo circa quattro mesi gli capitò di partecipare ad un attacco a sorpresa. Di notte, lui e cinque suoi compagni avevano bloccano una strada e dovevano rimanere nascosti fino al passaggio di un convoglio nemico, carico di rifornimenti. Piazzarono esplosivi, bombe per colpire il bersaglio.  All’alba Tim vede un uomo avanzare per la strada: era un nemico vero,  rimase zitto e puntò il fucile contro l’uomo, che finì su una mina e saltò per aria: era l’inferno. Tim sparò senza mai fermarsi. L’ufficiale ordinò di cessare il fuoco. Nulla si muoveva, nessuno sparo dalla parte nemica. Trovarono un corpo solo, quello dell’uomo che era saltato sulla mina. Più tardi  Tim parlando con il suo amico A.J.disse che era stato  fantastico. «Tu sei pazzo – aveva risposto A.J. – A nessuno piace stare nel mezzo di uno scontro a fuoco.» «Sì, lo so che il vero soldato non deve farsi prendere dalle emozioni, ma tu sei mio amico A.J.! E voglio poter dire quello che sento… A me è piaciuto. Quella forza, quel potere… a me è piaciuto.» «Sei proprio pazzo. A nessuno piace quando si spara. A nessuno.» 
Due mesi più tardi A.J. muore colpito al petto da una pallottola. Quella volta a Tim non piacque. Sapeva che A.J. era morto, ma pensava fermamente che a lui non sarebbe mai accaduto. Tim aveva diciannove anni quando invece accadde. Camminava lungo una piccola strada in un’area definita sicura. E quella volta capitò proprio a lui. Si risvegliò in un ospedale di Saigon, città del Vietnam.
Gli dissero che era rimasto coinvolto in una esplosione, un botto dal forte odore di immondizia che gli rimase nelle narici per tutta la vita, l’odore della sua carne che si scioglieva. 
Tim aveva subito il taglio della gamba sinistra, all’altezza del ginocchio; della gamba destra, all’altezza del polpaccio; del braccio sinistro, all’altezza del gomito; del braccio destro all’altezza del bicipite. Nel suo corpo c’erano schegge e pezzi di ferro. Era in grado di  far suonare tutte le sirene del metal-detector di ogni aeroporto!». Tim però, ormai, si muoveva  raramente e mai in aereo. Ancora oggi vive in una piccola stanza, un ospizio per disabili, non autonomi. Le sue narici si liberano da quell’odore solo quando fuma e ascolta musica ad alto volume. Tim ora ha trentaquattro anni e la sua vita non è andata come pensava. Se qualcuno gli chiede se è amareggiato risponde: «Perché, tu non lo saresti?» 

Commenti

  1. Quella di Timothy non è proprio una storia che fa bene al cuore, però insegna la crudeltà della guerra e quindi fa riflettere in senso positivo sulle atrocità della guerra, sfatando ogni comportamento incline alla violenza. Alla fine, anche se in modo amaro, è un inno alla vita.

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